Conoscere alcune nozioni della neurofisiologia del sonno del bambino è fondamentale per favorire un accudimento sano e responsivo da parte dei neo-genitori.
Ma partiamo dalle basi: cos’è il sonno e a cosa serve? E perché dormiamo?
Il sonno è uno stato fisiologico, comportamentale e cognitivo caratterizzato dalla riduzione dell’attività motoria, sensoriale e della vigilanza (Stegagno e Cellini, 2023).
Le funzioni del sonno sono prevalentemente 4:
-
Termoregolazione
-
Rafforzamento della connettività neuronale
-
Rafforzamento del sistema immunitario
-
Eliminazione delle sostanze nocive accumulate durante la veglia
Il sonno è regolato da due processi fondamentali: quello omeostatico e quello circadiano (Borbely, 1982).
Con processo omeostatico (processo S) si intende il tempo occorrente per addormentarsi ed è inversamente proporzionale alla durata della veglia. In altre parole più tempo sono sveglio, meno tempo occorrerà per addormentarmi.
Con processo circadiano (processo C) si intende l’orologio biologico interno che regola l’alternanza veglia e sonno, interagendo strettamente con l’ambiente e i suoi stimoli: il più importante zeitgeber (dal tedesco “datore di tempo”) è il ciclo luce-buio. La base neurobiologica in cui è localizzato il cosiddetto “orologio biologico” è il nucleo ipotalamico sovrachiasmatico.
Le ore di sonno e l’alternanza tra fasi REM e NREM (non-REM) sono differenti a seconda della fase di vita: si passa dalle 15/20 ore di un neonato alle 5/6 ore di un anziano.
La fase REM (Rapid Eye Movement) è quella in cui si registra un maggiore afflusso di sangue e ossigeno al cervello, il battito cardiaco e il respiro sono irregolari, c’è ipotonia dei muscoli di testa e collo e gli impulsi nervosi sono bloccati. C’è una paralisi motoria, tranne che per occhi, respirazione ed udito. E’ questa la fase maggiormente necessaria per la crescita cerebrale.
Questo spiega anche perché il sonno REM sia già presente nella vita fetale e si stabilizzi intorno ai 3/5 anni di vita, in corrispondenza con la crescita dei neuroni.
Infatti, i neonati trascorrono circa il 50% del sonno in fase REM, per passare al 25% a 2/3 anni, per raggiungere il 20% dai 5 anni in su, come per l’adulto. Gli anziani arrivano ad una percentuale del 14% di sonno REM.
Molte cose accadono mentre il bambino è in questa fase:
-
lo sviluppo cerebrale
-
sviluppo corporeo
-
si pongono le basi per l’apprendimento che avverrà nel giorno successivo
-
si determina la capacità di prestare attenzione
-
si sviluppa la memoria
-
si formano nuove mappe corticali (connessioni e sinapsi neuronali)
-
si formano i MOI (modelli operativi interni)
Ogni volta che si risveglia il bambino consolida un nuovo schema cognitivo/emotivo di apprendimento.
Per questo motivo dormire, nelle sue alternanze polifasiche tipiche neonatali, è parte del processo che porterà allo sviluppo neurofisiologico cerebrale del bambino.
Questo ci permette di capire due punti:
-
perché è fondamentale che i bimbi piccoli trascorrano tempo sufficiente in questa fase per poter “approdare” agli step di sviluppo successivi
-
perché trovino il proprio ritmo è opportuno che i genitori comprendano il significato dell’alternanza sonno-veglia del neonato
Solo così il sonno REM decrescerà gradualmente e diminuiranno i risvegli. Questo avverrà tipicamente dai 3 anni in su.
Il sonno NON REM (Non-Rapid Eye Movement) è anche noto come “ sonno lento”, per via della riduzione della frequenza delle onde cerebrali osservabili da EEG (elettroencefalogramma).
E’ quello più riposante, in cui battito del cuore e respirazione sono più regolari. Il corpo è più rilassato ed è composto da 4 stadi: il terzo e il quarto sono quelli più profondi, dai quali è più difficile svegliarsi.
Solo dal 3° mese di vita sono presenti questi stadi, prima è pressochè impossibile che un neonato dorma profondamente. Questo è anche il motivo per cui basta anche un piccolo rumore per svegliarlo.
Inoltre, si tenga presente che la melatonina, ossia l’ormone che regola il sonno che viene prodotto dalla ghiandola pineale, non viene prodotto in quantità adeguate e significative prima del 3° mese di vita: questo rende profondamente irregolari i ritmi del sonno del neonato.
E’ intorno ai 3 di vita che il processo fisiologico di maturazione cerebrale si è compiuto completamente verso un’architettura del sonno che permetta una notte di sonno continuato. Bimbi che raggiungono questo traguardo prima sono eccezioni, non la regola.
Bibliografia
- Borbely, 1982. A two process model of Sleep Regulation
- Brazelton TB, Nugent K. La scala di valutazione del comportamento del neonato. Ed. italiana della III edizione USA (1995), a cura di G. Rapisardi. Milano: Masson, 1997
- Brazelton, TB. Il Bambino da 0 a 3 anni. 1992. BUR Parenting Edidore Rizzoli
- Bortolotti, Alessandra. I cuccioli non dormono da soli: il sonno dei bambini oltre i metodi e i pregiudizi
- Brazelton, T. Berry. Il tuo bambino e… il sonno: una guida autorevole per aiutare vostro figlio a dormire
- Stagagno, Cellini. (2023). Prospettive della Psicofisiologia Clinica. Daniela Palomba. Carocci Editore
- Tronick, E. (2008) Regolazione emotiva