Durante la seconda infanzia, o età prescolare, la capacità di organizzare la conoscenza si perfeziona: i bambini sono in grado di produrre frasi più lunghe/complesse, ma anche di formulare idee più flessibili.
Per poter analizzare la capacità di elaborazione delle informazioni di questa fascia di età si devono considerare 3 tipi di pensiero: critico, scientifico e problem solving.
Pensiero critico
Oggi c’è un grande interesse da parte di psicologi ed educatori rispetto a questa tipologia di organizzazione e funzionamento del pensiero.
Ma esattamente cosa si intende con “critico”?
Ci si riferisce alla capacità di valutare i fatti in maniera riflessiva e produttiva. Sia da bambini che da adulti, si pensa criticamente se si fa ciò che segue:
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Ci si chiede non solo cosa avviene ma anche come e perché
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Si esaminano eventi ipotetici per capire se ci sono prove sufficienti per sostenerle
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Si discute con la ragione non emotivamente
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Si riconosce che talvolta esiste più di una sola buona risposta o spiegazione
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Si confronteranno varie risposte e si giudicherà quale sia la migliore
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Si esaminerà ciò che viene sostenuto da altre persone invece di accettarlo immediatamente come verità assoluta
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Si faranno domande esplorando al di là di ciò che è noto per creare nuove idee e conoscenze
Secondo Ellen Langer (2005) il pensiero critico ha una caratteristica basilare: l’essere cognitivamente flessibili e consapevoli dei propri pensieri, azioni e motivazioni.
Questi individui, che potremmo chiamare mindful, sono motivati a trovare la migliore soluzione ai compiti, sono aperti a nuove informazioni e possono agire sulla base di più prospettive.
Al contrario, gli individui con basse capacità di pensiero critico restano intrappolati nelle loro idee, mettono in atto comportamenti automaticamente e sempre uguali, agiscono sulla base di un solo punto di vista.
Attenzione: non si pretende che bambini di questa età abbiano già sviluppato tutte queste competenze. Tuttavia è fondamentale che genitori e caregivers mettano in atto in prima persona questo tipo di modalità di pensare, perché sarà con i propri modi di ragionare e di comportarsi che educheranno ed influenzeranno il funzionamento cognitivo dei propri figli.
Pensiero scientifico
Come gli scienziati, i bambini pongono domande fondamentali sulla realtà e cercano risposte a condizioni che sembrano irrilevanti (Perché il cielo è blu?). I bambini generano ipotesi, fanno esperimenti e giungono a conclusioni sulla base dei dati che traggono.
A questa età fanno una considerevole ginnastica mentale nel tentativo per di riconciliare nuove informazioni apparentemente contradditorie con le loro convinzioni pre-esistenti.
Il pensiero scientifico mira a individuare relazioni di tipo causa-effetto (Martin, 2015); per questo genitori ed insegnanti dovrebbero aiutare i bambini a favorire la cura nel fare osservazioni della realtà, la capacità di autoregolare il proprio pensiero e la competenza di capire quando e come applicare ciò che già si conosce per risolvere i problemi.
Problem Solving
La risoluzione di problemi implica la ricerca del modo per raggiungere un obiettivo.
Due modi vengono utilizzati dai bambini come strategie preferenziali: l’utilizzo di regole e utilizzo di analogie.
La maggior parte dei bambini trae beneficio dal riferirsi a più strategie alternative e nello sperimentare differenti approcci. In questo modo scoprono ciò che funziona meglio o più velocemente.
Secondo Pressley la chiave dell’educazione è aiutare i bambini a far riferimento ad un vasto repertorio di strategie alternative. Per farlo, è importante:
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Delineare la modalità da applicare
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Verbalizzare step by step i procedimenti per raggiungere l’obiettivo
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Guidare i bambini nel perseguire attivamente le operazioni
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Sostenerli all’atto pratico tramite un buon sistema di feedback