ETA’ PRESCOLARE (2-7 ANNI) E TIPI DI PENSIERO

Pubblicato il 23 agosto 2025 alle ore 15:02
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Durante la seconda infanzia, o età prescolare, la capacità di organizzare la conoscenza si perfeziona: i bambini sono in grado di produrre frasi più lunghe/complesse, ma anche di formulare idee più flessibili.

Per poter analizzare la capacità di elaborazione delle informazioni di questa fascia di età si devono considerare 3 tipi di pensiero: critico, scientifico e problem solving.

Pensiero critico

Oggi c’è un grande interesse da parte di psicologi ed educatori rispetto a questa tipologia di organizzazione e funzionamento del pensiero.

Ma esattamente cosa si intende con “critico”?

Ci si riferisce alla capacità di valutare i fatti in maniera riflessiva e produttiva. Sia da bambini che da adulti, si pensa criticamente se si fa ciò che segue:

  • Ci si chiede non solo cosa avviene ma anche come e perché

  • Si esaminano eventi ipotetici per capire se ci sono prove sufficienti per sostenerle

  • Si discute con la ragione non emotivamente

  • Si riconosce che talvolta esiste più di una sola buona risposta o spiegazione

  • Si confronteranno varie risposte e si giudicherà quale sia la migliore

  • Si esaminerà ciò che viene sostenuto da altre persone invece di accettarlo immediatamente come verità assoluta

  • Si faranno domande esplorando al di là di ciò che è noto per creare nuove idee e conoscenze

Secondo Ellen Langer (2005) il pensiero critico ha una caratteristica basilare: l’essere cognitivamente flessibili e consapevoli dei propri pensieri, azioni e motivazioni.

Questi individui, che potremmo chiamare mindful, sono motivati a trovare la migliore soluzione ai compiti, sono aperti a nuove informazioni e possono agire sulla base di più prospettive.

Al contrario, gli individui con basse capacità di pensiero critico restano intrappolati nelle loro idee, mettono in atto comportamenti automaticamente e sempre uguali, agiscono sulla base di un solo punto di vista.

Attenzione: non si pretende che bambini di questa età abbiano già sviluppato tutte queste competenze. Tuttavia è fondamentale che genitori e caregivers mettano in atto in prima persona questo tipo di modalità di pensare, perché sarà con i propri modi di ragionare e di comportarsi che educheranno ed influenzeranno il funzionamento cognitivo dei propri figli.

Pensiero scientifico

Come gli scienziati, i bambini pongono domande fondamentali sulla realtà e cercano risposte a condizioni che sembrano irrilevanti (Perché il cielo è blu?). I bambini generano ipotesi, fanno esperimenti e giungono a conclusioni sulla base dei dati che traggono.

A questa età fanno una considerevole ginnastica mentale nel tentativo per di riconciliare nuove informazioni apparentemente contradditorie con le loro convinzioni pre-esistenti.

Il pensiero scientifico mira a individuare relazioni di tipo causa-effetto (Martin, 2015); per questo genitori ed insegnanti dovrebbero aiutare i bambini a favorire la cura nel fare osservazioni della realtà, la capacità di autoregolare il proprio pensiero e la competenza di capire quando e come applicare ciò che già si conosce per risolvere i problemi.

Problem Solving

La risoluzione di problemi implica la ricerca del modo per raggiungere un obiettivo.

Due modi vengono utilizzati dai bambini come strategie preferenziali: l’utilizzo di regole e utilizzo di analogie.

La maggior parte dei bambini trae beneficio dal riferirsi a più strategie alternative e nello sperimentare differenti approcci. In questo modo scoprono ciò che funziona meglio o più velocemente.

Secondo Pressley la chiave dell’educazione è aiutare i bambini a far riferimento ad un vasto repertorio di strategie alternative. Per farlo, è importante:

  • Delineare la modalità da applicare

  • Verbalizzare step by step i procedimenti per raggiungere l’obiettivo

  • Guidare i bambini nel perseguire attivamente le operazioni

  • Sostenerli all’atto pratico tramite un buon sistema di feedback

Affinché la strategia venga adottata dal bambino, è necessario che venga immagazzinata nella memoria a lungo termine.

Perché questo avvenga la stessa strategia deve essere ripetuta su diversi esempi pratici in situazioni diverse, finché non diventi automatica.

Infine, la motivazione all’apprendimento del bambino è fondamentale: per un effettivo mantenimento dei risultati bisogna incoraggiarlo ad osservarne l’efficacia dei risultati.

 

Bibliografia

Santrock J. Psicologia dello Sviluppo (2018) McGraw Hill